Le notizie dall’Africa in podcast – Lunedì 20 aprile 2020

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Oggi parliamo delle terribili inondazioni che stanno colpendo la città di Uvira, nell’est della Rd Congo, dell’inserimento di 13 attivisti in carcere in Egitto nell’elenco dei terroristi locali e della stretta sui giornalisti in Somalia.

Inondazioni e morti all’est del RD Congo

Sono almeno 24, in maggioranza bambini, le persone morte in questi giorni nella città di Uvira, regione del Sud Kivu nella Repubblica democratica del Congo, a causa delle piogge torrenziali che si sono abbattute sul territorio e provocato lo straripamento dei tre fiumi che attraversano la città. Il bilancio delle vittime, ancora provvisorio, è stato fornito in una conferenza stampa dal governatore del Sud Kivu, Theo Ngwabidje, il quale ha anche detto che più di 3.500 abitazioni sono andate distrutte. Si stanno continuando le ricerche di persone che risultano scomparse e si stanno portando in salvo coloro che si sono rifugiati sul tetto delle loro abitazioni. Sono alcune settimane che la regione, che si trova sulle rive del lago Tanganyika, registra piogge molto abbondanti. Dall’inizio dell’anno, a causa delle piogge, si sono registrati una quindicina di morti nell’area di Bukavu, il capoluogo del Sud Kivu.

In Egitto tentativo di azzerare le voci dei dissidenti

Il tribunale penale del Cairo ha ordinato di inserire 13 imputati della “Cellula della speranza” nell’elenco dei terroristi egiziani. La cellula aveva preso parte alle manifestazioni dello scorso 20 settembre per estromettere il presidente in carica Abdel Fatah al-Sisi. Le 13 persone, incluso il politico Zeyad al Olimi, rimarranno nell’elenco per 5 anni. Secondo la corte, i 13 imputati sono stati giudicati colpevoli di aver istituito un piano per finanziare movimenti “ostili” contro lo stato egiziano, allo scopo di minare gli interessi nazionali ed economici e attaccare il personale di sicurezza per sovvertire il regime. Ma per le organizzazioni per i diritti dell’uomo si tratta dell’ennesimo tentativo dei vertici egiziani di azzerare le voci dissonanti rispetto al regime. Intanto, nel carcere politico di Tora è ancora detenuto Patrick George Zaky, lo studente  dell’Università di Bologna arrestato a febbraio al suo ritorno in patria. Domani c’è l’ennesima udienza di convalida. Ieri il rettore di Bologna Francesco Ubertini ha scritto una nota in cui si augura che questa volta non ci siano ulteriori rinvii. «Oggi come allora – ha scritto – resta ferma la nostra richiesta: chiediamo per Patrick il rispetto dei diritti fondamentali, dei diritti politici, la tutela della libertà d’espressione e soprattutto il diritto alla libertà individuale»

Somalia, giornalisti minacciati

Nelle ultime settimane almeno quattro giornalisti sono stati arrestati, intimiditi o detenuti in Somalia, in quella che il locale sindacato denuncia essere una nuova forma di censura, avvallata dall’emergenza coronavirus. La Somalia è uno dei paesi più pericolosi per i giornalisti, ma “quello che sta accadendo ora è abbastanza diverso”, ha affermato Abdalle Ahmed Mumin, segretario generale del Sindacato dei giornalisti somali, che all’emittente Voice of America parla di “una nuova versione di repressione e intimidazione da parte del governo per censurare chi si occupa del virus, denunciando carenze e attività illecite”. ln Somalia, dov’è in vigore il coprifuoco notturno sulla capitale, i media sono annoverati tra i servizi essenziali.