Notizie dall’Africa in podcast – Venerdì 26 febbraio 2021

Ascolta le principali notizie di oggi dal continente, a cura della redazione di Nigrizia

0
181
Militari etiopici (dailyadvent.com)

Oggi parliamo delle denunce di gravi crimini compiuti dalle truppe eritree nella regione etiopica del Tigray, delle proteste in Niger dopo l’annuncio dei risultati del ballottaggio presidenziale e dei passi avanti verso la formazione di un governo di unità nazionale in Libia.

Etiopia: si moltiplicano le richieste di ritiro delle truppe eritree dal Tigray

Ieri gli Stati Uniti hanno esortato l’Eritrea a ritirare le sue truppe dalla regione etiopica del Tigray. In un comunicato gli Usa si dicono “profondamente preoccupati per la permanenza delle truppe eritree nella regione e da rapporti credibili di gravi violazioni dei diritti umani”. Sempre ieri un rapporto di Amnesty International documenta l’uccisione di centinaia di civili da parte di soldati eritrei nell’antica città di Axum tra il 28 e il 29 novembre.

Solo l’ultimo di una serie di massacri denunciati dall’inizio del conflitto. Anche il Sudan afferma di avere informazioni sulla presenza di truppe eritree con uniformi militari etiopiche al confine. Intanto il primo ministro Abiy Ahmed ha annunciato l’accesso al Tigray per i giornalisti di sette media internazionali: AFP, BBC, Reuters, Al Jazeera, New York Times, France 24 e Financial Times.

Niger: due morti nelle proteste dopo l’annuncio del vincitore del ballottaggio presidenziale

Dopo l’annuncio dei risultati parziali del ballottaggio di domenica scorsa alle elezioni presidenziali in Niger, che danno vincitore Mohamed Bazoum delfino del presidente uscente Mahamadou Issoufou, sono scattate ingenti manifestazioni nel paese. Ieri nella capitale ci sono stati due morti in scontri con le forze dell’ordine e 468 arresti tra cui anche l’ex capo di stato maggiore dell’esercito Moumouni Boureim e alcuni politici.

Il clima post elettorale si scalda in Niger e dietro le quinte soffia sul fuoco lo storico oppositore ed ex presidente Amadou Hama, escluso dalla tornata elettorale, la cui casa è stata circondata dalle forze dell’ordine. Intanto lo sconfitto Mahamane Ousmane, con il 44% dei voti, denuncia brogli, rivendica la vittoria e promette di battersi con tutti i mezzi legali per difenderla.

Libia: consegnato al parlamento l’organigramma del nuovo governo

Il premier designato libico Abdel Hamid Dbeibah ha consegnato ieri al presidente della Camera dei rappresentanti di Tobruk, Aguila Saleh, l’organigramma con la struttura del nuovo Governo di unità nazionale, assieme alla distribuzione dei vari incarichi fra le tre regioni del paese (Tripolitania, Fezzan e Cirenaica). Non ha fornito, tuttavia, i nomi dei ministri e dei sottosegretari che saranno consegnati in occasione del dibattito parlamentare.

Il nuovo esecutivo deve essere approvato entro e non oltre il 19 marzo. Dbeibah è stato nominato il 5 febbraio scorso da 75 delegati libici rappresentanti di tutte le parti del paese che si erano riuniti a Ginevra sotto gli auspici dell’Onu. Il nuovo esecutivo andrà a sostituire il Governo di accordo nazionale guidato da Fayez al-Sarraj, insediato nel 2016 a Tripoli