Notizie dall’Africa in podcast – Mercoledì 7 aprile 2021

Ascolta le principali notizie di oggi dal continente, a cura della redazione di Nigrizia

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La presidente della Tanzania Samia Suluhu Hassan

Oggi parliamo di un cambio di politiche in Tanzania su media e lotta al Covid, di un altro passo del Sudan verso la normalizzazione dei rapporti con Israele e del primo calciatore ambasciatore Onu per i rifugiati.

Tanzania: si allenta la censura sui media, aperture anche sul fronte anti-Covid

La nuova presidente della Tanzania, Samia Suluhu Hassan, ha segnato ieri un cambio di passo rispetto alle politiche autarchiche del defunto suo predecessore John Magufuli, su Covid e media. Per la prima volta Hassan ha annunciato la formazione di un comitato di ricerca per stendere nuove linee guida e capire se la Tanzania debba seguire la strada intrapresa dal resto del mondo contro la pandemia.

Una mossa comunque in ritardo visti gli effetti di oltre un anno di negazionismo che hanno favorito lo sviluppo nel paese di numerose varianti del virus e un numero sconosciuto di morti. La presidente ha anche annunciato che i media che erano stati chiusi o sospesi da Magufuli a partire dal 2015, saranno nuovamente autorizzati ad operare.

Sudan: verso l’abrogazione della legge che vieta i rapporti con Israele

Un nuovo passo verso la normalizzazione dei rapporti con Israele è stato compiuto ieri dal governo del Sudan. L’esecutivo ha infatti approvato un disegno di legge che pone fine al boicottaggio introdotto 63 anni fa, nel 1958. Per l’effettiva entrata in vigore, il testo deve essere ora approvato dal Consiglio Sovrano, la massima autorità dello Stato.

Il Sudan si unisce così agli Emirati Arabi Uniti, al Bahrein e al Marocco nell’abrogare la legge che vietava alle nazioni arabe e agli alleati, di fare affari con Israele. L’anno scorso, l’Egitto e la Giordania sono stati gli unici paesi arabi che hanno formalmente riconosciuto Israele. Nonostante il cambio di posizione, il governo sudanese in una dichiarazione ha comunque ribadito la sua “ferma posizione a favore di uno stato palestinese, nel quadro di una soluzione a due stati”.

Alphonso Davies è il primo calciatore ambasciatore Onu per i rifugiati

La stella del Bayern Monaco Alphonso Davies è il primo calciatore nominato ambasciatore dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr). Figlio di genitori liberiani, Davies è nato 21 anni fa in un campo profughi a Buduburam, in Ghana. Cinque anni dopo, i genitori si trasferirono in Canada grazie a un programma di soccorso per rifugiati.

Nelle dichiarazioni pubblicate sul sito dell’Unhcr, Alphonso Davies dice di voler essere «la voce di altri 80 milioni di rifugiati nel mondo». «So cosa significa essere un rifugiato – aggiunge il calciatore – la mia famiglia ha dovuto lasciare tutto in Liberia. Le mie esperienze personali mi spingono a parlare a favore dei rifugiati, a condividere le loro storie e ad aiutarli a fare la differenza».