Covid Organics, rimedio africano contro il coronavirus

Il paese ha fretta di tornare alla normalità. Anche per questo il presidente si è speso in prima persona nella promozione del prodotto a base di erbe, già a disposizione della popolazione e distribuito da oggi anche nelle scuole. La comunità scientifica divisa tra entusiasmo e perplessità

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Era nell’aria da due settimane. Domenica sera la conferma. Il presidente Andry Rajoelina annuncia in televisione che il rimedio contro il coronavirus è pronto. Si chiama “Covid Organics” la via africana alla lotta contro il virus. E’ prodotto dall’Istituto malgascio di ricerche applicate (IMRA) fondato nel 1957 dal “genio” della medicina tradizionale Albert Rakoto Rastimamanga, di fama internazionale. Una sorta di tisana. Potente mix di erbe (artemisina e ravintsara) e oli essenziali che rinforza gli anticorpi, protegge contro i virus, la malaria e le malattie polmonari.

Le ricerche hanno seguito le piste di chi sperimentava la clorochina come base per una soluzione contro attacchi virali e sono passate al vaglio di un laboratorio tedesco. Ora l’IMRA ne produce in grande quantità e il rimedio è pronto da sperimentare.

Già la settimana scorsa il presidente aveva detto che era disponibile per chi avesse voluto testarlo. Ora rincara la dose, proponendolo a ciascun bambino in via preventiva e curativa nelle scuole. Che riaprono i battenti mercoledì, in modalità distanziamento sociale. Non sarà troppo presto? E poi perché sperimentare sui bambini?

«Qui in capitale, Antananarivo – racconta a Nigrizia Gaia Paradiso del World Food Program Madagascar – c’è molto scetticismo su questa soluzione. I genitori non capiscono se si tratta di un rimedio palliativo o di una medicina. Soprattutto si chiedono come mai i test clinici sui pazienti – solo 121 ad oggi i casi accertati – non sono ancora stati fatti (cominciano solo oggi) e già si vogliono fare sui loro bambini anche in via preventiva». L’ambito scientifico, nel frattempo, alterna entusiasmo a perplessità.

Il giornalista Louis Bernard Rakotomanga, ex parlamentare, confida a Nigrizia: «Penso possa essere una buona soluzione. Il presidente si è davvero sbilanciato e lo ha fatto su basi solide. Ora attendiamo i risultati clinici per verificarne davvero l’efficacia. Sarebbe un successo per il paese e per l’Africa».

Intanto, Rajoelina ha fretta di far tornare il paese alla normalità. Per questo ha annunciato che alcune misure restrittive saranno allentate: riprendono le attività commerciali, dalle 6 alle 13, e il settore pubblico ancora in servizio minimo. Il trasporto pubblico riparte con un numero limitato di passeggeri, riaprono progressivamente le zone più colpite di Antananarivo, Fianarantsoa e Toamasina. Anche se con mascherine obbligatorie per tutti.

Restano in vigore invece il coprifuoco, dalle 20 alle 5 del mattino, e il divieto di raggruppamenti. «Qui, se non si allentano le misure, aumenta la tensione sociale e la situazione andrebbe presto fuori controllo per le autorità», continua Gaia Paradiso. «Molta gente, nei quartieri della capitale, non ce la fa neanche a rispettare le restrizioni che ci sono state in queste settimane».

In tutto il continente l’emergenza principale è ora quella economica e sociale. Si devono assolutamente riaprire i battenti. Come il Ghana che prova ad allentare la stretta nonostante gli oltre 1.000 casi accertati. C’è tanta voglia e bisogno di ripartire. A dire il vero moltissimi, per vivere, non si sono mai fermati.