Le notizie dall’Africa in podcast – Mercoledì 1 luglio 2020

Ascolta le principali notizie di oggi dal continente, a cura della redazione di Nigrizia

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Proteste nella regione Oromo (Credit: middle-east-online.com)

Oggi parliamo delle violente proteste nella regione Oromo, in Etiopia, dopo l’uccisione di un popolare cantante e attivista, delle proteste popolari di ieri in Sudan e dei severi attacchi alla politica nell’omelia del cardinale di Kinshasa, nella Rd Congo.

Etiopia: violente proteste nella regione Oromo dopo l’uccisione di un popolare cantante e attivista

Almeno otto persone sono state uccise e 80 ferite ieri nelle proteste scoppiate nella città etiope di Adama dopo che Hachalu Hundessa, un popolare cantante e attivista oromo, è stato ucciso nella capitale lunedì. Il bilancio è riportato dall’agenzia Reuters che cita fonti mediche. Altre due persone sono state uccise nella città orientale di Chiro e diciannove sono stati feriti nella città di Dera, fanno sapere fonti mediche alla BBC.

Mentre le proteste si diffondevano in tutto lo stato di Oromia, ad Addis Abeba la polizia arrestava il potente magnate dei media Jawar Mohammed, proprietario dell’Oromia Media Network e importante attivista del gruppo etnico Oromo, accanito oppositore del primo ministro Abiy Ahmed.

Sudan: in migliaia in piazza per chiedere riforme politiche

Migliaia di persone hanno marciato ieri nella capitale e in diverse altre città del paese, chiedendo al governo transitorio importanti riforme politiche. I gruppi della società civile affermano che la protesta ha lo scopo di garantire il raggiungimento degli obiettivi della rivoluzione che un anno fa che ha rovesciato il trentennale regime del presidente Omar El-Bashir.

Le forze di sicurezza sono state dispiegate in forza nella capitale, a bloccare gli accessi delle principali arterie e delle strade che conducono al quartier generale dell’esercito. Le proteste si sono svolte pacificamente. Il Sudan fatica a superare la crisi profonda crisi economica che ostacola la sua transizione.

Rd Congo: il cardinal Fridolin Ambongo Besungu « tuona » contro i politici

Non poteva che essere così per un uomo che non ha peli sulla lingua. L’arcivescovo cattolico di Kinshasa, Fridolin Ambongo Besungu, nella sua omelia in occasione del 60° dell’indipendenza del paese (30 giugno 1960), ha tracciato un bilancio severo attaccando frontalmente i politici.

“Gestione caotica della cosa pubblica, sofferenza della popolazione, impunità dei politici, insicurezza sempre maggiore…è questa la nostra indipendenza?”, si è chiesto il cardinale, dicendo cose che nessun altro cittadino congolese può dire senza incorrere nei rigori della giustizia. “Il popolo congolese continua a impoverirsi a tal punto da essere classificato tra i più miserevoli della terra – ha continuato l’arcivescovo ‒. L’inviolabilità del territorio non è garantita e il progetto di balcanizzazione del nostro paese è sempre all’ordine del giorno”.

E poi la stoccata finale: “La coalizione al potere ha perso la sua ragion d’essere. Dovrebbe normalmente sparire. È responsabilità di coloro che si sono coalizzati, il presidente e l’ex presidente, di far saltare questa coalizione che condiziona lo sviluppo del nostro paese. E finché ci sarà questa coalizione dai nostri governanti per il nostro paese non c’è nulla da sperare”.