Notizie dall’Africa in podcast – Mercoledì 16 settembre 2020

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Oggi parliamo delle chiese che in Sudafrica denunciano corruzione e malversazioni sui fondi destinati alla pandemia, della censura della stampa francese in Marocco e della morsa della crisi economica sulla popolazione in Sudan.

Sudafrica: le chiese denunciano corruzione e cattiva gestione dei fondi per la pandemia

Il Consiglio delle Chiese del Sudafrica ha preso nuovamente posizione sulla corruzione generalizzata e sulla cattiva gestione dei fondi destinati alla lotta al Covid-19 (con 650mila positivi, il Sudafrica è il paese africano che dichiara maggiori contagi). In molte città, rappresentanti delle chiese cristiane, sacerdoti e vescovi, si sono riuniti per un momento di silenzio e di raccoglimento.

«Siamo senza parole – hanno scritto su dei cartelli – di fronte a un livello di imbrogli rivoltante». Riguardo ai fondi per contrastare il coronavirus, si sono moltiplicate le inchieste che investono funzionari pubblici e che implicano anche aderenti all’African Nationl Congress. La magistratura sta inoltre indagando sull’operato di circa 700 imprese.

Marocco: il governo censura la stampa francese  

Nei primi giorni di settembre non si trovavano alcuni tra i principali giornali francesi nelle edicole marocchine. In tempi di Covid-19 e lockdown il blocco della distribuzione era stato giustificato con la chiusura delle frontiere. In realtà, a qualche giorno di distanza, fonti del ministero della cultura ammettono che si è trattato di censura.

Il governo ha bloccato la stampa francese che ha ripubblicato le vignette satiriche del settimanale francese Charlie Hebdo, in solidarietà con il giornale mentre si svolgeva il processo agli autori dell’agguato del gennaio 2015, che fece 12 morti e 11 feriti. Vignette messe all’indice dai fondamentalisti islamici. L’iniziativa deriva dal codice della stampa del Marocco che, all’articolo 42, prevede che le autorità intervengano in difesa dei valori dell’islam, ogni volta che ve ne siano ravvisati i presupposti.

Sudan: aumenta la morsa della crisi economica sulla popolazione

Nel paese  Sul versante scuola l’inizio delle elezioni è stato rimandato di due mesi creando notevoli difficoltà alle famiglie e un malcontento diffuso. A maggio gli stipendi dei maestri e del settore pubblico in generale sono stati aumentati in modo esorbitante. Al punto che ad agosto lo Stato non aveva più i soldi per pagarli.

Segni di fragilità di un governo di transizione che ha fatto grandi promesse ma che ora si trova a fare i conti con una realtà durissima, resa ancora più precaria dagli allarmi Covid-19 e alluvione che ha provocato oltre cento morti e più di 500mila persone in stato di emergenza. Nel frattempo, il processo all’ex-presidente Omar el Bashir è stato rimandato al 22 settembre.