Notizie dall’Africa in podcast – Martedì 22 settembre 2020

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Oggi parliamo della manifestazione dell’opposizione indetta per oggi nonostante i divieti in Camerun, della nomina del presidente di transizione dopo il golpe militare in Mali e della Corte Suprema del Kenya che chiede lo scioglimento del parlamento.

   

Camerun: indetta per oggi una manifestazione dell’opposizione, vietata dal governo

Giornata ad alta tensione oggi in Camerun. Maurice Kamto, leader dell’opposizione, nonostante il divieto delle autorità, invita i camerunesi a scendere in piazza pacificamente per chiedere le dimissioni del presidente Paul Biya, al potere dal 1982, e il rinvio delle elezioni regionali previste per il 6 dicembre.

Kamto sostiene che non ci sono le condizioni per arrivare a questo passaggio elettorale, previsto dalla Costituzione dal 1996 e finora mai realizzato. Il paese vive una vera e propria guerra tra le regioni francofone e quelle anglofone che dal 2016 ha fatto registrare più di 3mila morti, le incursioni jihadiste imperversano al nord e il sistema elettorale non è stato ancora riformato in maniera consensuale.

Mali: i golpisti nominano presidente di transizione un ex militare

Dovrebbe essere il nome che accontenta tutti quello designato ufficialmente a guidare la transizione dalla giunta militare al potere in Mali dal 18 agosto, dopo il colpo di stato che ha costretto alle dimissioni il presidente Keita. Si tratta dell’ex ministro della difesa Bah N’Daw, 70 anni, militare in pensione e dunque formalmente “civile”: presterà giuramento venerdì prossimo e sarà affiancato dal capo della giunta golpista, il colonnello Assimi Goïta.

Non si è ancora espresso Il movimento 5G che rappresenta varie realtà dell’opposizione e della società civile. Quello che filtra dal comitato di 19 persone rappresentative di tutti gli schieramenti, che avrebbe dovuto scegliere il presidente di transizione, è che il nome è stato comunicato dai militari senza che ci sia stato dibattito né voto.

Kenya: troppe poche le donne in parlamento, la Corte Suprema ne chiede lo scioglimento 

Il presidente della Corte Suprema del Kenya, David Maraga, ha inviato un avviso ieri al presidente Uhuru Kenyatta al quale ha chiesto di sciogliere il parlamento perché non rispetta la disposizione costituzionale che prevede che un terzo dei seggi sia occupato da donne.

Nonostante la costituzione, varata nel 2010, stabilisca che non più di due terzi di qualsiasi organo eletto o nominato può essere dello stesso sesso, le donne occupano infatti solo il 22% dei seggi nella camera bassa e il 31% nella camera alta. Dal 2012 varie sentenze della Corte Suprema hanno ordinato al parlamento di far rispettare la regola di genere, ma finora nulla si è mosso, a causa di quello che Maraga ha definito un “atteggiamento e una condotta apatici” dei legislatori.