Notizie dall’Africa in podcast – Martedì 25 gennaio 2022

Ascolta le principali notizie di oggi dal continente, a cura della redazione di Nigrizia

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La giunta militare golpista in Burkina Faso. Credit: Rtb Tv

Oggi parliamo del golpe militare in Burkina Faso, di massacri compiuti da soldati somali nella regione del Tigray in Etiopia e dello scioglimento del governo in Malawi per accuse di corruzione. 

Golpe militare in Burkina Faso: deposto il presidente Roch Marc Christian Kaboré

Un gruppo di militari ha preso il potere ieri in Burkina Faso, destituendo il presidente Marc Christian Kaboré, sciogliendo governo e parlamento, sospendendo la Costituzione, chiudendo le frontiere e instaurando il coprifuoco dalle 21 alle 5 del mattino. L’annuncio è stato dato alla televisione nazionale. I militari, che si riconoscono in una sigla – il Movimento patriottico per la salvaguardia e la restaurazione – presieduta dal colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba, hanno affermato che si ritornerà a un ordine costituzionale «in un tempo ragionevole». Si segnalano nella capitale Ouagadougou manifestazioni di sostegno ai militari. Al momento non ci sono stati spargimenti di sangue e non si sa dove è detenuto il presidente Kaboré. Il segretario dell’Onu Guterres ha condannato il colpo di stato.

Etiopia: inchiesta giornalistica denuncia massacri compiuti da truppe somale nel Tigray

Il quotidiano canadese Globe and Mail ha pubblicato un rapporto che denuncia atrocità compiute dai soldati somali nella regione etiopica del Tigray, dove è in corso da quasi 15 mesi un aspro conflitto civile. Il rapporto si basa sui resoconti di testimoni oculari di massacri commessi dalle truppe somale aggregate alle forze eritree, alleate dell’esercito etiopico nel Tigray nei primi mesi della guerra. Intanto, 63 organizzazioni oromo (civiche, professionali, di difesa dei diritti umani e comunitarie) in tutto il mondo hanno diffuso ieri una dichiarazione congiunta sull’istituzione di una Commissione di dialogo nazionale (Ndc) in Etiopia, chiedendo che venga garantito un dialogo credibile e inclusivo, facilitato da un mediatore neutro.

Malawi: tre ministri sotto inchiesta per corruzione, il presidente scioglie il governo 

Il presidente del Malawi, Lazarus Chakwera, ha licenziato ieri il suo intero governo, con una mossa inaspettata, nel mezzo della lotta alla corruzione. La nomina del nuovo esecutivo è prevista per domani. La certezza è che non ci saranno l’ex ministro dell’agricoltura Kezzie Msukwa, arrestato il mese scorso per corruzione, il ministro del lavoro Ken Kandodo, accusato di aver dirottato i fondi Covid e il ministro dell’energia Newton Kambala indagato per ingerenza in accordi sul carburante. La mossa del presidente segue gli incontri tenuti la scorsa settimana con due gruppi influenti: la Conferenza episcopale del Malawi e la Commissione per gli affari pubblici, che include gruppi religiosi che svolgono il ruolo di controllo sull’esecutivo. Entrambi hanno espresso preoccupazione per le titubanze del presidente nella lotta alla corruzione. Dura la presa di posizione dei vescovi cattolici per i quali «nessun sospetto, indipendentemente dal potere, dalla ricchezza o dalle connessioni, deve essere protetto»